Vivere la professione per diventarne onnisciente: la storia imprenditoriale di Marco Concas
Marco Concas, la mia storia con Hotel Flamingo
Il direttore d’albergo non è un lavoro adatto a tutti. Per svolgere la professione al meglio sono necessarie scorte ingenti di pazienza, dedizione e propensione al sacrificio, in un mestiere che necessita di una gavetta costellata da sudore e fatica.
Nel caso della mia famiglia sembra quasi una dote innata, conservata all’interno del nostro codice genetico. Sono cresciuto seguendo gli esempi di mio padre, che è stato direttore d’albergo, e dei miei zii, che hanno svolto la medesima professione in altre strutture. Nonostante ciò, inizialmente scelsi di fare la scuola magistrale ma, una volta terminati gli studi, decisi di seguire la tradizione di familiare e iniziare il mio processo di crescita all’interno del mondo alberghiero.
Le prime esperienze le iniziai a fare a 18 anni quando mi dividevo a seconda della stagione tra un grand hotel di Villasimius e alcuni alberghi a cinque stelle in Svizzera. Durante le stagioni estive ho svolto tante mansioni sempre più di responsabilità tra cui il facchino, il segretario e il capo ricevimento. In inverno, invece, svolgevo la professione di vetturier o chasseur negli ambienti di lusso svizzeri. Svolgevo il mio lavoro con grande senso di responsabilità e con l’abnegazione necessaria a comprendere quanto quei periodi difficili e faticosi sarebbero stati utili in futuro per avere gli strumenti necessari a gestire un gran numero di persone. Per me era fondamentale comprendere le esigenze di tutti e avere bene chiaro in mente il funzionamento di tutti gli ambiti. Dopo aver riempito a sufficienza il mio bagaglio di conoscenze, sono arrivato al Flamingo e dal 2001 sono il direttore della struttura.
Direttore d’albergo, il ruolo di Marco Concas
Da quando ho iniziato a svolgere questo ruolo, mi sono concentrato soprattutto sulla mia costante presenza in struttura. È necessario vivere l’ambiente per più tempo possibile per avere una visione sempre completa di tutto ciò che sta accadendo e io, dalle 8 del mattino alle 10 di sera, sono in albergo. Per fortuna, con il passare degli anni e la cementificazione del rapporto con i vari capi servizio, che si sono dimostrati molto validi e attenti al loro lavoro, sono capace di delegare con sicurezza e tranquillità, vista la fiducia che intercorre tra noi.
Le maggiori difficoltà che ho incontrato nei primi tempi di attività sono state prettamente legate al grande numero di persone che contiamo all’interno della struttura e alla selezione delle risorse umane. Essendo nuovo a questo tipo di responsabilità, la gestione di tante persone in un tempo così ristretto risultava parecchio stressante e, nei primi tempi, era necessaria una scrematura del nostro personale tra chi aveva dimostrato di essere un valido lavoratore e chi invece era preferibile allontanare.
Come tutti gli aspetti, anche questi con il tempo sono stati amministrati con crescente calma e consapevolezza e grazie all’esperienza accumulata sul campo. Per me è questa la chiave per diventare un bravo direttore d’albergo. Accumulare esperienza sul campo, sacrificandosi e dedicandosi a questo lavoro in toto. Solo così puoi diventare il punto di riferimento di clienti e personale che un bravo direttore d’albergo deve essere.
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