Ugo D’Alessandro: da fisioterapista ad imprenditore. La storia dello Studio Beta
Studio Beta: tutto nasce da un sogno
Io sono un fisioterapista e osteopata.
La passione verso questo lavoro viene dal mio essere sportivo, in quanto ho per anni giocato a calcio, e dall’esempio di mia sorella, anch’essa fisioterapista.
Il mio campo di interesse si è orientato fin da subito nel mondo della traumatologia nello sport, che poi è diventata la mia linea guida quando ho iniziato la libera professione.
Poco dopo la laurea, nel 2000, presi la mia prima decisione importante: non avrei mai voluto lavorare da solo, come molti dei miei colleghi. La mia idea era quella di lavorare in equipe. Per questo motivo, quando aprì la mia partita IVA non lo feci con il mio nome e cognome, ma con la denominazione di Studio Beta, che è ancora oggi il nome del brand. Ad ogni modo, la scelta pagò quasi subito, in quanto il mio approccio specialistico venne così apprezzato che ben presto dovetti creare un vero e proprio team con segretarie, fisioterapisti, fisiatri e medici dello sport.
A quel punto mi trovai un po’ diviso, a cavallo tra quello che mi piaceva fare (lavorare personalmente sui pazienti come fisioterapista) e quello che mi piaceva ma allo stesso tempo mi costava tanti sforzi (fare l’imprenditore).
Essere titolare di una struttura in crescita comporta grossi oneri e la necessità di studiare delle cose che non si sono imparate all’università, come la gestione delle persone o finanziaria, il fare buone selezioni, il progettare campagne di comunicazione efficaci.
La nascita di Studio Beta
Il primo Studio Beta, fondato nel 2000 a Sassari, era grande appena 80 mq. Cinque anni dopo eravamo otto persone in 400 mq.
Tra traguardi raggiunti e tanti errori, mi sono ritrovato ad aprire una nuova sede a Tempio con dei nuovi soci, aggiungendo altrettante persone da gestire direttamente e ancora più collaborazioni esterne.
Fu in quel momento che decisi che non potevo più improvvisare in campo aziendale. Per crescere ancora dovevo allargare il progetto ai miei collaboratori, individuando i migliori tra di loro in termini di competenza, entusiasmo e affidabilità, in modo che mi potessero aiutare a fare un ulteriore salto di qualità.
Fu così che incrociai la strada con Mab & Co. Il primo impatto mi ha stranito un po’, in quanto loro mi dissero che prima di lavorare sui miei ragazzi avrei dovuto prima lavorare su di me. Fu solo un momento, e ben presto mi accorsi che quella filosofia non solo mi piaceva, ma ripagava. Mi sono quindi messo in discussione e sono tornato ad indossare i panni dello studente.
In questo modo ho compreso i tanti errori che stavo commettendo nella quotidianità, e il lungo percorso da fare per crescere in maniera corretta come imprenditore.
I nuovi progetti
Tra i nuovi progetti che sto seguendo c’è la gestione di una grande struttura della mia città, lo Sporting Milano 26, che ho preso in carico insieme al mio grande amico Manuel Vanuzzo, capitano della Dinamo Sassari. Quest’ultima attività mi fornisce ulteriori stimoli rispetto allo studio di fisioterapia dello sport, in quanto mi permette di portare avanti iniziative non legate solo alla salute o al business, ma anche al sociale, come fornire vie di accesso allo sport alle persone diversamente abili. Un qualcosa di difficile, ma estremamente gratificante, in cui sia io che Manuel crediamo fermamente.
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