Dedizione, costanza e professionalità: il mantra del successo di Roberto Piseddu
Roberto Piseddu, dal mio percorso professionale a Obus
Il mondo della ristorazione dei nostri giorni ha bisogno di professionisti. Le variabili della gestione di un ristorante sono diventate, con il tempo, più volatili ed è necessario conoscere alla perfezione ogni aspetto del business per evitare di incappare in spiacevoli imprevisti. Per fortuna, nel nostro caso, l’esperienza non manca.
Il mio percorso professionale è sempre stato all’interno di questo mondo. Ho frequentato l’istituto alberghiero e dopo essermi diplomato ho iniziato a lavorare facendo qualche stagione, fino a che non ho iniziato la mia avventura nel ristorante di mio padre. Le prime fatiche sono state fatte in cucina, anche se poi, nel corso degli anni, sono passato a fare prima il pizzaiolo ed infine a lavorare in sala. Inizialmente, non ero entusiasmato da ciò che facevo, e pensai anche di provare a cambiare mestiere, ma alla fine capii che quello era il mondo in cui riuscivo ad esprimermi meglio, e i risultati che abbiamo portato insieme a mio fratello nel corso degli anni hanno dato ragione a questa tesi.
Adesso oltre allo storico Burladero, che ci ha dato tante soddisfazioni, ci siamo lanciati in questa nuova avventura aprendo il nostro nuovo locale Obus. La decisione è stata dettata dalla voglia di trovare nuovi stimoli e di reinventarci in un’attività con una filosofia diversa, in cui si riconoscesse la nostra firma. La trattativa si è tirata avanti per un po’ a causa dell’incertezza della situazione pandemica ma alla fine ad Ottobre siamo riusciti ad aprire i battenti.
Nei primi tempi abbiamo puntato tutto sulla professionalità mia e di mio fratello. In città ci conoscono e sappiamo fare bene il nostro lavoro, grazie anche ai tanti anni di esperienza accumulati. Ci siamo sacrificati privandoci del turno di riposo per un lungo periodo, mentre continuavamo a cercare del personale adatto a rappresentare i nostri valori nel contatto con il pubblico. Purtroppo questa ricerca è molto più difficile di quanto si pensi e servono degli anni per formare un buon personale che sappia andare completamente in autonomia senza bisogno di coordinazione.
Questa è una delle difficoltà principali che abbiamo riscontrato all’inizio di questa nuova sfida, visto che spesso ci siamo ritrovati a interagire con individui che svolgevano questo lavoro in modo fin troppo approssimativo. Oltre a questo, anche l’ambientamento al nuovo locale è stato un aspetto impegnativo, visto che in ogni caso devi essere in grado di dare un servizio di livello al cliente e non ci sono scusanti che tengano. Infine, è complicato far capire la nuova filosofia del locale ai clienti storici che ci hanno accompagnato nell’altra attività.
Per uscire indenne da queste insidie, bisogna dare anima e corpo per il ristorante e stare attentissimi a evitare qualsivoglia spreco. Il food-cost è l’elemento determinante in questo momento, capace di far oscillare un locale tra il successo e delle ingenti perdite. Per questo motivo è necessario studiare qualsiasi possibile variazione delle condizioni e vivere l’attività al 110%. Il ristorante va vissuto, respirato e curato per far fiorire tutte le sue potenzialità.
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